L’acqua sanitaria può nuocere alla salute delle persone e perfino minacciare la vita se la sua qualità non è ineccepibile. Al punto di passaggio tra rete pubblica e distribuzione interna all’edificio, la responsabilità della qualità dell’acqua sanitaria passa nelle mani di chi progetta, installa e di chi gestisce l’impianto. È quindi fondamentale conoscere i criteri per una corretta scelta dei materiali, gli schemi di impianto e le loro peculiarità e, come spiegano i seguenti paragrafi, l’importanza di un adeguato dimensionamento delle tubazioni di distribuzione.
Il corretto dimensionamento dell’impianto è garante di un frequente ricambio di acqua nella rete. Nel caso di stagnazione, infatti, si potrebbe rapidamente accrescere il biofilm sulle pareti interne delle tubazioni, aumentando esponenzialmente il rischio di proliferazione di batteri quali la Legionella.
Nella norma UNI 9182:2014 sono state ammesse velocità massime dell’acqua nelle tubazioni superiori alla precedente versione, allineandosi così ai valori normalmente impiegati nelle principali normative europee in materia. In questo modo è possibile realizzare dimensionamenti dell’impianto idrico-sanitario più razionali, con diametri notevolmente ridotti rispetto al passato e con rilevanti vantaggi per gli aspetti igienici (oltre che per quelli economici).
Definizione Manutenzione Impianti (ultimo Decreto Ministeriale n 37 del 2008)
L’articolo 10 definisce che l’insieme di tutti gli interventi su impianti idraulici, finalizzati a contenere il normale degrado di utilizzo ed a prevenire eventi accidentali che comportano la necessità di “primi interventi” o interventi urgenti, è detta manutenzione ordinaria.
Tipologie di manutenzione
La manutenzione degli impianti può essere ordinaria o straordinaria.
Le attività di manutenzione di un impianto idraulico sono numerose e di diversa tipologia.
Si parla di manutenzione di un impianto quando si effettua un periodico controllo di tenuta, di portata, di stato biologico dell’impianto e di eventuali operazioni necessarie, quali: la pulizia, la messa a norma, la sostituzione di un filtro anti-calcare, la sostituzione di uno o più raccordi idraulici che presentano segni di cedimento o potenziali rischi, la prova di tenuta di pressione, la prova di qualità delle acque (durezza), la sostituzione di un rubinetto o miscelatore.
Manutenzione “preventiva” Gruppo Helyos
È difficile “prevenire” e capire quando esattamente intervenire con la manutenzione di impianti, considerando anche che la manutenzione non modifica la struttura dell’impianto idraulico, né cambia la sua destinazione d’uso.
Per mantenere un impianto idraulico efficiente e sempre perfettamente funzionante ed in sicurezza occorre quindi controllare periodicamente tutte le parti, i componenti idraulici e gli apparecchi idro-termo-sanitari annessi all’impianto, prima che questo ci fornisca segnali di anomalia o di blocco. Intervenire dopo questi segnali potrebbe voler dire effettuare un intervento ben più oneroso e dalle variazioni dichiarabili con obbligo di certificazione di conformità.
Pulizia degli impianti
Anche l’impianto stesso deve essere tenuto sotto controllo in termini di pulizia, di tenuta di pressione e comunque con riguardo allo stato generale della norma di conformità, ovvero se l’impianto idraulico risulta sempre conforme alle normative attuali.
Fondamentale, per la durata e l’efficienza dell’impianto idraulico, è la pulizia. Un impianto pulito ed efficiente incide anche sul risparmio energetico.
La pulizia delle tubazioni di un impianto idraulico civile o industriale può dividersi in tre categorie:
- Pulizia impianto di carico (acqua sanitaria fredda e calda)
- Pulizia impianto di scarico (acque nere di deflusso)
- Pulizia impianto termico di riscaldamento (acque di riscaldamento o condizionamento)
Manutenzione impianto idraulico: normative
Il D.Lgs. 192/2005, con le successive integrazioni e disposizioni regionali, rende OBBLIGATORIA la manutenzione periodica di tutti gli impianti di riscaldamento autonomi e centralizzati.
La manutenzione delle caldaie deve essere effettuata annualmente, salvo diverse disposizioni prescritte, mentre la prova fumi deve essere effettuata ogni 2 anni per gli impianti con potenza inferiore ai 35kW.
La manutenzione del circuito termico e la verifica della sua pulizia devono essere effettuate obbligatoriamente nei casi in cui ci sia (secondo il committente e tecnico) pericolo di malfunzionamento di un nuovo apparecchio installato, operazione da effettuare antecedentemente la nuova prima accensione o collaudo, pena il decadimento della copertura assicurativa a garanzia della stessa caldaia.
